Nando e Renzo Pincolini

Nando e Renzo Pincolini
Le pietre sono state posate l'11 gennaio 2020 in Piazza Garibaldi 2 a Fidenza (Pr).

Nando Pincolini nasce a Cabriolo, frazione di Fidenza, il 21 dicembre 1924. Il fratello Renzo vede la luce esattamente un anno dopo. Durante il periodo della lotta di Liberazione entrambi optano per la “scelta partigiana” e si uniscono alla 31° Brigata Garibaldi “Forni”. La loro vicinanza spirituale si manifesta anche nella scelta di due nomi di battaglia simili, nomi di donna adottatti per sfuggire all'intelligence nazifascista: Nando diventa “Lucia”, Renzo “Cocca”. La clandestinità e l'alter-ego non permisero loro di nascondersi a lungo, tanto che verranno arrestati – ancora una volta insieme- a Tabiano di Salso ed insieme giungeranno al campo di lavoro (e di sterminio attraverso il lavoro) di Mauthausen il 4 febbraio 1945. Vivranno insieme anche il momento dell'identificazione da parte dei nazisti una volta giunti nel campo: verranno forniti loro numeri di matricola progressivi (126352 e 126353), ambedue verranno classificati come Schutz (cioè bollati come elementi pericolosi per la sicurezza del Reich in virtù della loro azione politica) ed entrambi dichiareranno di essere lavoratori agricoli. Questa storia di fratellanza, una storia che li porta dalla provincia di Parma alla deportazione in Austria viene interrotta dalla barbarie nazifascista: Renzo infatti sopravviverà 15 giorni al fratello che morì il 10 aprile. Per ragioni che i pochi documenti rimasti non riescono a restituire,  Renzo muore nello stesso giorno in cui beffardamente in Italia si celebra la Liberazione dal nazifascismo. I due fratelli che da Fidenza hanno vissuto gli orrori (ma anche le coraggiose scelte del tempo di guerra) si spensero per ragioni a noi ignote poco prima che l'inferno del secondo conflitto mondiale vide la sua fine.

Fonti:

- Il libro dei deportati, a cura di B. Mantelli e N. Tranfaglia, Milano, Mursia, vol. I, t. II, pp. 1679-1680.

- Banca dati “Caduti della Resistenza parmense”, disponibile nel portale “Parma ‘900” realizzato da ISREC Parma.